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Showing posts from October, 2024

IO e gli 883

 Ora vi parlo di IO e gli 883 perché in nome dell' algoritmo questo e altro. -l'algoritmo, ovvio, si smuove, freme e striscia più al comparire della parola IO e non del numero 883. OVVIO.- Il primo ricordo che ho degli 883 è Hanno ucciso l' uomo ragnolo che esplodeva dai riproduttori casuali di bar casuali ubicati presso inferni casuali di dimensioni parallele ma comunque casuali. Avevo, mi pare, dodici anni, era, son sicuro, estate, e avevo commesso un errore, così, tanto per cambiare; non ricordo come e perché lo commisi, ma di fatto lo commisi: mi ero fatto convincere, o mi ero autoconvinto, a rimanere a bagno maria presso una roba che si chiama colonia estiva per persone vecchie sotto l' attenta vigilanza di due mie zie che non erano le mie zie ma le mie bis zie, però le dovevo chiamare zie perché bis zie è troppo lungo ed ha un suono orribile e poi anche perché quel bis le faceva sentire vecchie (cosa che comunque erano lo stesso, ma nella vita l' importante è

Chaos Shrine "Shadows of the Invisibile", 2024-EEEE!

Ascoltalo Viviamo un' epoca di inquietudine: guerra, epidemie, violenza, cambiamento climatico, intelligenza artificiale e disumanizzazione consequenziale a quanto finora enunciato. L' arte in genere, quindi, che fa? Non risolve e non assolve, semplicemente prende l' epoca e la trasforma in epopea, ne prende i punti salienti a essa stessa necessari per il suo discorso e incanala il tutto: riprende la tensione della guerra, la perniciosità dell' epidemia, l' insostenibilità della violenza, la paura per il cambiamento climatico, le paranoie per l' IA e la meccanica della disumanizzazione e, come in questo caso, ci tira fuori un disco, un bel disco. Suoni meccanici si abbattono su ritmiche fredde e disumane, quando Techno quando Industrial quando deliziosamente ballabili, e ci regalano un venti minuti di gioia pura: niente è più bello, in pieno tramonto di una civiltà, che danzare sulle proprie macerie. Attenzione tuttavia: questo non è un inutile esercizio di stil

The Submissives "Live at Value Sound Studios", 2024- Celluloid Lunch

  Ascoltalo Non per vantarmi, ma quando uscì "I wanna be your thing" son stato uno dei pochissimi, se non l' unico, a recensirle qui in Italia. Lo feci perché sentivo che quello non era un disco qualunque, lo feci perché, a quel punto, dovevo farlo per forza: se scrivi recensioni è impossibile che tu lo faccia solo per vanagloria, per essere uno che poi dirà "Ve l' avevo detto io": può darsi che anche questo Live at Value Sound Studios passi inosservato e, pazienza, così van le cose, ma il mio dovere l' ho fatto, il mio obbligo l' ho assolto! Condividere per trovare persone empatiche col proprio sentire; questo è musica. Musica è soprattutto questo disco, questo gruppo, queste canzoni: lievi, quasi impercettibili, armonie gestite sul minimo strumentale necessario, disturbate da conturbanti dissonanze, un erotismo tenuto sotteso ma iper presente, un senso come di paranoia e sgomento che odora del Post Punk cocainomane dei PIL di Metal Box... Una music

Thine Retail Simps "Strike Gold! Strike Back! Strike Out!", 2024-Total Punk

Ascoltalo Cambiano di un filo il nome ma non cambiano l'intenzione: un suono che si infrange e si spatascia per resuscitare il carattere insolente e lesivo del Rock N Roll. Non si ripercorre un tracciato già percorso per confortare  cuori che vorrebbero intrappolare un periodo della loro vita e sentirlo suonare all' infinito per trovare una giustificazione di se stessi nel divenire storico; caso mai si riprendono partiture di vecchi dischi rock e si lanciano contro un muro, si strappano i fogli e si risuona incollando a caso e leggendo il risultato per dare vita a dissonanze al limite dell' offensivo. Se non ti offendi allora non vale, non è Rock N Roll, non è un luogo che puoi chiamare casa.  Non è fatto per piacere a qualcuno in senso generico, è fatto per piacere ad un qualcuno di ben preciso: chi non cerca conforto, chi si getta nella mischia senza certezza di un risultato, chi alla musica chiede solo di essere descritto per i suoi punti deboli come per quelli forti, ch

Purp "The Little Brainwash Simulation", 2024

  Ascoltalo Non so più se a scompaginarmi l' esistenza è il  fruscio di foglie morte o il suono rarefatto di questo disco. Suoni che si mescolano divenendone solo uno in un autunno che, tanto per cambiare, pare non avere pietà di noi. Sempre troppe opinioni, sempre più diritti umani avviliti se non calpestati, sempre più stronzi e sempre meno umani. Meglio consolarsi con Purp che, con tocco quasi mistico, riesce a fare suonare un' intera stagione dentro un unico reperto. Il talento di Purp è riuscire a dare un suono definitivo a quello che un suono non ha e la cosa stupefacente (stupefacente in tutti i sensi possibili) è che lo fa con un suono che non è definitivo: la natura frastagliata del suo lato sonoro lo rende aperto alla commistione col clima, l' umore di chi ascolta, lo scandire inesorabile delle ore...lui suona e l' invisibile e l' impalpabile suona con lui, attraverso lui. Purp non sembra neanche più un essere umano ma semplicemente il megafono attraverso

Carnival of Fools "Complete Discography 1989-1993", 2024-Area Pirata

Ascoltalo   Sarebbe molto più semplice scrivere due cazzate in croce, tirare in ballo i Birthday Party e portarla a casa come un infame. Sarebbe molto più semplice, ma stiamo parlando di musica e, quindi, di semplice non c' è proprio niente. E di fare l' infame proprio non è il caso. Dei Birthday Party i Carnival of Fools riprendevano un' aria maudit e un piglio da whiskey e cazzotti presi in pieno grugno, ma il loro discorso era già più in cerca di vocaboli più autoriali e meno Post Punk. Iniziano a pubblicare a fine ubriacatura da New Wave anni '80, più precisamente 1989, e quello che viene fuori è un gruppo che in realtà non vuole neanche più essere Wave o la versione italiana di qualcun altro, ma semplicemente se stesso. Certamente il clima di ogni canzone richiama a un che di Blues destrutturato e asservito a una chiave interpretativa più rassegnata che decadente, ad un andamento che, come nei Birthday Party, è inquieto ma di un' inquietudine più sconfitta che

La Furnasetta "Infernot", 2024-Drama Recorder/Solium

  Ascoltalo Diciamoci la verità pura e semplice, ora che pure quest' anno volge al termine: la musica ha rotto i coglioni. Vi sembra questo un pianeta meritorio di canzoni da cantare, motivetti da fischiettare e ritmi da ballare? Sul serio? Ma fatemi il piacere. Meglio scomporre o ,meglio, far decomporre la sostanza ancora in vita di quello che conosciamo come musica (di frontiera, da aperitivo, da indici puntati verso il palco, da supermercato) e sfruttarla per dare vita a un racconto, un' estetica, un sentire che sia di esclusiva di chi se ne fa carico. Fregarsene di mode, generi e sottogeneri ed essere unici e, niente niente, pure irripetibili. Quello che passa di fronte agli occhi, durante l' ascolto di questo disco, è una parata grottesca di sfighe, storie finite nel verso storto, psicodrammi e asfissiante quiete di provincia; la provincia che tutto tritura e poi fa finta di niente e quindi è come se nulla fosse successo, tutti schiacciati in un' omertà borghese e

Lizard Brain "Lizard Brain", 2024-Mandiga

Ascoltalo  Io me li immagino seduti su quelle sedie bianche da giardino brutte come l' odio tra i popoli, birre alla mano, canottiere, pantaloncini corti anni '80 alla Flashdance, cappellini a rete come i camionisti, capelli lunghi e baffi, baffi straordinari, baffi da attore porno... Lo scenario è una bidonville di roulotte, i nostri eroi stan seduti sulle sedie di cui sopra, coi vestiti di cui sopra e i baffi di cui sopra; dentro la loro roulotte su di un comodino (di quelli brutti in truciolato, pesi come un lutto in famiglia e che, appena li sfiori, si sbriciolano), un giradischi, su di uno scaffale (di quelli brutti, in plastica con fantasia finto legno) per l' appunto, dei dischi: Venom, Black Sabbath, Ramones, Diodes, Exodus, Sodom, Nuclear Assault, Hard-Ons... I nostri, i Lizard Brain per chi non avesse ancora colto, stanno seduti fuori in questo scenario post-apocalittico e si dicono "Forse dovremmo fare un gruppo, dico di quelli che suonano, giusto per andare

Hare "Apropos Of Nothing", 2024-Cruel records

  Ascoltalo È il funerale nella tua testa della tua testa qui che riecheggia e rimbomba si esprime in mille varietà di grigio non sono note quelle che senti non sono strumenti  è il vento le balle di fieno che si rincorrono tra i campi  aridi ed incolti  e tu piangi Son toscani come me, ma non so esattamente da dove, ma vien da pensare ad una Toscana sepolta, dimenticata, leggendaria come Atlantide, il Colosso di Rodi, la torre di Babele. Un luogo disperso tra la campagna, le colline e le rovine di una civiltà antica e dimenticata. La musica è Drone, Noise, Psichedelica fino a divenire droga, ti avvolge, ti ammanta e poi ti fa sparire Inutile ricordarsi di se stessi durante l'ascolto, la miglior soluzione è camminare e camminare, fino a vedersi sparire, controllare il proprio riflesso in uno specchio d'acqua e scoprire che questo è andato perso e, alla fine, accorgersi che non c'è più niente da doversi ricordare. Essere liberi. Dalla neonata (questa è la seconda uscita) Cru

Carp "Knock Your Block Off", 2024-Total Punk

Ascoltalo  La connessione fra questi Carp e l' Oi! non l' ho molto afferrata ma non credo sia così necessaria da dover essere compresa, a pensarci bene: il disco suona, gira, ti prende e ti scaraventa contro un muro. Quindi tutto apposto. L' atmosfera è pesante, ossessiva, ma il lascito è divertente perché, pur giocando con un certo sentore di post Punk nelle strutture ritmiche, il giochino è giocabile altamente. Ci si può divertire schiacciati sotto una pressa? Questo mi chiedo mentre ancora mi stupisco di quanto la voce di Nathan (già alla voce nei Knowso e nei Fashion Pimps and The Glamazons), così atona, così NoMeansNo, così imperiosa, mi sia oramai entrata nell' ippocampo e non se ne voglia più andare: già la nuova versione di Cut-Ups (già presente nella demo di un paio di anni fa) mi fa saltare e cantare, cantare e saltare, inciampare e cascare, rigirare su me stesso e stisciare, come la prima volta che l' ho  ascoltata: un' estate corrosa dal giramento di

Alien Nosejob "Turns the Colour of Bad Shit",2024-Total Punk

Ascoltalo  Di tutti i dischi prodotti in qualità di Alien Nosejob, questo è il più Ausmuteants di tutti. Proviene da lì, d'altronde, Jake Robertson: Synth Punk parecchio Punk e parecchio Synth, un po' come i Devo però suonati dai New Bomb Turks, un' esplosione cinica, volutamente stonata, disincantata e sempre in quattro quarti; un' esperienza entusuasmante nel piccolo mondo del Punk, con almeno due dischi (il secondo Amusements e il terzo "Freedom of Information") da mandare a memoria (da non dimenticare anche il ruvido live su Goodbye Boozy "It's Alive", ottimo compendio sonoro al periodo più brillante del gruppo australiano). Da lì il nostro Jake ha sempre, a nome Alien Nosejob, e solo dato prova di una versatilità spigliata e, per di più, credibile: per quanto girovagasse inquieto tra stili e approcci, si è sempre dimostrato affidabile e convincente. Questo disco, per come lo vedo io, sembra segnare una volontà come di ritorno all' era Au

The Shitdels "Where's Your Head?", 2024-Big Neck

Ascoltalo Sapete cosa vuol dire ascoltare un disco e divertirsi? Ma, più che altro, vi sapete divertire? Perché mi sorge piuttosto spontaneo il dubbio che, se non ci si diverte ad ascoltare un disco così, molto probabile che il motivo vada ricercato nell' avere in spregio il divertimento o, in senso più esteso, la vita. No, perché se di fronte a tutto 'sto Lo-Fi, tutto 'sto Garage Beat, tutte 'ste melodie stonate da cori di ebbri e disperati, davvero si riesce a storcere il naso e, subito dopo, inviare a sciorinare una lista infinita di dischi serissimi e pallosissimi per darsi un tono da ascoltatore con la giacchetta e la pipa, allora vaffanculo: io mi ci son messo una notte buia buia mentre che ero a spasso solitario per le vie di questo WC che chiamo, con molta bontà, suolo natio e devo dire che fa un certo effetto: anziché camminare ballavo, anziché salutare chi incontravo lo mandavo a farsi fottere, lui e tutta la sua collezione di dischi coltissimi e pallosissimi.