The Submissives "Live at Value Sound Studios", 2024- Celluloid Lunch
Non per vantarmi, ma quando uscì "I wanna be your thing" son stato uno dei pochissimi, se non l' unico, a recensirle qui in Italia. Lo feci perché sentivo che quello non era un disco qualunque, lo feci perché, a quel punto, dovevo farlo per forza: se scrivi recensioni è impossibile che tu lo faccia solo per vanagloria, per essere uno che poi dirà "Ve l' avevo detto io": può darsi che anche questo Live at Value Sound Studios passi inosservato e, pazienza, così van le cose, ma il mio dovere l' ho fatto, il mio obbligo l' ho assolto! Condividere per trovare persone empatiche col proprio sentire; questo è musica.
Musica è soprattutto questo disco, questo gruppo, queste canzoni: lievi, quasi impercettibili, armonie gestite sul minimo strumentale necessario, disturbate da conturbanti dissonanze, un erotismo tenuto sotteso ma iper presente, un senso come di paranoia e sgomento che odora del Post Punk cocainomane dei PIL di Metal Box... Una musica, se non originale, senz' altro imputabile solo ed esclusivamente alle Submissives: peculiarità che bussano all' ippocampo senza risultare mai entranti, ma sinuose si introducono nella vita di chi ne sta godendo. Al termine sarà innegabile la bontà dell' insieme, la validità artistica del disco.
Occorrono più dischi così, privi di riferimenti certi, citazionismi, orazioni recitate sull'altare di divinità sepolte dai decenni. Con serenità e senza farsene accorgere, le Submissives macellano decenni interi di musica Underground e li cannibalizzano: Nico, Raincoats, Slits, Maureen Tucker, Sonic Youth...tutto riaffiora ma, così riproposto, è irriconoscibile nelle sue singole parti.
Non voglio dire che il risultato sia perfetto ma "perfetto nel culto imperfezione" è il modo perfetto di definire un disco che, vabbè diciamocelo, è perfetto.
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