Waylon Thornton "Thee Poison in Appleseeds",2025
Io diciamo che mi ero appianato sull'autocommiserazione:
Nessuno mi ama
Tutti mi odiano
Mangerò dei vermi
E smettere di scrivere, non tanto perché nessuno ti vuole leggere ma, più che altro, perché quello che scrivi fa incazzare delle persone; le fa incazzare oltremisura, talmente oltremisura che neanch'io mi aspettavo che la parola scritta potesse avere un potere così provocatorio e devastante.
Ma poi un mio amico mi scrive che questo blog è un po' un punto di riferimento
Un gruppo mi manda il suo nuovo disco in anteprima
E capisco che il potere della parola è anche salvifico, per te e per gli altri e, come diceva l' uomo ragno, avere un potere corrisponde ad avere delle responsabilità.
E rieccomi qui a parlare della nuova uscita di un mio eroe personale, un uomo ragno personale, che anni fa si è preso l'onere di raccontarsi in musica, raccontarsi per raccontarci tutte e tutti, e ancora non ha smesso: lo fa con una cadenza quasi regolare, una volta ogni tre mesi grosso modo, ed ogni volta è sempre convincente, spontaneo, vivace, indubbiamente motivato.
Io dovrei prendere esempio da lui (anche se lui a suonare è molto meglio di me a scrivere) e non arrendermi mai, continuare a scrivere, suonare, raccontare, raccontarmi, essere criticato ed accettarlo anche, e soprattutto, da chi non capisce un cazzo.
Che io sappia, questo disco di Thornton è uno dei più lunghi, in termini di minutaggio, che il nostro abbia mai licenziato, ed infatti pare essere la summa fatta resoconto del suo percorso musicale personale e solitario fino.ad oggi: Rock N Roll, Psychobilly, Country, Folk, C86, Shitgaze ed una bellissima e sentita cover dei Misfits a chiudere la questione.
Lo ascolto e mi ascolto, lo apprezzo e mi risolvo: piaccia o meno continuerò a scrivere, a suonare, ad amare perché Waylon Thornton mi insegna, con ogni sua uscita, che è giusto fare così, perché qualcuno ne ha bisogno e tu non puoi negarti, non devi, non puoi essere altro se non questo.
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