Chow "Eternal Lopez", 2025
Son giorni bigi questi, principalmente perché è difficile spiegare cosa significhi il termine BIGIO a chi non proviene da queste zolle.
In italiano è un sinonimo di grigio se riferito al cielo o di ambiguo se riferito ad una persona; in toscano, bigio, oltre alla prima definizione (il meteo) può voler dire anche difficile da affrontare e superare. Così son per me questi giorni: cieli grigi e attimi difficili da affrontare. Triste.
Questo disco sa riprendere le malinconie anni '90 e rispolverare, rimettendole chiaramente a nuovo, per le sfide del nuovo corso storico che, volenti e nolenti, ci troviamo ad affrontare. Rispolvera il Grunge più genuino dei Mudhoney, gli Hüsker Dü più melodrammatici, il Rock N Roll da sbando della Crypt o della prima In The Red e ti sbatte tutto in faccia senza prendersi l' obbligo di doverti chiedere scusa. Quello che è stato vero un tempo è tutt' oggi vero, solo che ai tempi avevamo le braccia impedite sul nascere, le gambe impantanate, le lingue incollate al palato. Che sfiga.
La mia generazione che, i vari riferimenti testé citati li ha vissuti tutti in prima persona, ha visto e vissuto tutti i primi sintomi di una malattia chiamata mondo attuale e non ha potuto fare niente per fermarlo: ubriacati dalle promesse di un mondo nuovo ed immobilizzati tra le macerie di un muro e quelle di due torri gemelle, azzoppati dalle botte di Genova 2001, abbiamo avuto pochi sogni e, per di più, inutili.
Tuttavia ci rimane una responsabilità ed è quella di raccontare, con il nostro linguaggio, i nostri gesti, i nostri riferimenti come tutto questo che stiamo vivendo sia stato possibile perché è proprio quando abbiamo iniziato a prendere coscienza del mondo che ciò che viviamo adesso, in termini estesi come geopolitica, sociale e storico, ha sedimentato le sue basi. I Chow, con i toni disincantati e le atmosfere da abbandono tipiche degli anni '90, raccolgono la sfida e ci provano, oltretutto riuscendoci: è un disco genuino, Eternal Lopez, e che riesce a suonare attuale, credibile, sufficientemente distaccato per poter avere un significato ed un significante anche oggi, in questo devastante 2025.
È la vera maturità la componente che qui segna la cifra: diventare adulti senza compromettere l' entusiasmo dell' adolescenza, la genuinità dell' infanzia ma anche la complessità e la consapevolezza dell' età adulta; per quanto possa suonare distante da certe prese di posizione, in realtà questo disco ci parla di resistenza e di postura di fronte ad un mondo che cambia in peggio, senza mai ostentare spocchia, parlantina da tuttologo e pose da saccente e sopravvissuto; affronta con poesia le urgenze del presente e, per lo meno lungo la sua durata, riesce a contenerle.
Ad un disco è difficile chiedere di meglio e di più.
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