Platinum Crack! "Increased Risk", 2025

 Ascoltalo 

Mi viene da ridere nel sentir parlare di modernità musicale, della fine della musica suonata; l' epica di nuovi trafficanti di suoni posticci e spacciati come futuro.

C'è chi pratica il futuro senza darsi il peso e la responsabilità di esserci stato davvero.        Platinum Crack sa che il futuro non esiste proprio perché c' è stato e ha capito che qualsiasi cosa può essere spacciata come futuro. Il futuro non è scritto così come la musica che lo interpreta e lo prevede. 

Platinum Crack non scrive, distrugge. Prende suoni illogici e li rende logici mettendoli insieme secondo un suo imperscrutabile disegno personale. Senza la spocchia di chi si finge portatore di novità assolute riesce a dare una nuova forma, più Lo-Fi, rarefatta e insospettabilmente primitivista, all' elettronica di confine; un confine tra quello che è stato e quello che semplicemente non è perché nessuno, ad oggi, è mai riuscito ad immaginarselo. Frammenti di techno, retro synth anni '80, incubi gotici rielaborati da Cacophony dei Rudimentary Peni, oppure, più amabilmente, solo Platinum Crack.

Con gli anni, partendo da un Synth Punk talmente synth da sembrare quasi di essere in un video gioco e approdando ad una Techno cavernicola e disperata, Platinum Crack è finalmente giunto al giro di boa, il punto del non ritorno (e cioè da qui in avanti sarà impossibile voltarsi indietro e non andare avanti): un disco che non suona come il disco seminale del tale artista ma come un punto fermo, il punto esatto nel mezzo ad un prima ed un dopo.

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