Zist "Noianoiser", 2025-Cruel Records/Hvergelmir

Ascoltalo

Seduti ad un tavolino qualsiasi nello spazio esterno di un qualsiasi bar al centro di un qualsiasi universo, persi in chiacchiere amabili. Dalle auto in corsa escono suoni familiari: Black Candy dei Beat Happening, White Light White Heat dei Velvet, Songs the Lord Taught Us dei Cramps, Tangle dei Thinking Fellers Union...

Zist, con un buon eloquio parla del Pasto Nudo di Burroughs, Salò di Pasolini e, data la situazione, sembra tutto nella norma: alla fine siamo persone qualunque sedute ad un qualunque bar di un qualunque universo. Zist canta e suona l' assoluto e l' inconcepibile e lo fa sembrare pop, con tocco da maestro lo gestisce e lo rende comprensibile, persino sopportabile. Con timbro grave descrive geometrie non euclidee, risveglio di grandi antichi, gioca al cantautorato come si gioca al massacro tra bimbi di tre anni muniti di coltelli a serramanico. Eppure ci si rilassa durante l' ascolto e si vorrebbe, anzi, che tutto questo durasse all' infinito... 

Zist prende l' Assurdo e lo porta nel reale, fa diventare l' Assurdo reale e te lo fa pure canticchiare allegro.

Questo disco è un' opera breve che condensa ragionamenti lunghi e complicati, li sfoltisce senza fargli perdere identità ed intensità e riesce pure a farli sembrare semplici, conviviali. Una certa ostilità certo traspare, ma è necessario per non fare suonare banale l' insieme. Spazia fra un Rockabilly alla Cramps per sfasciarsi a suggestioni alla Half Japanese più commestibili. Bizzarro ma con senso della misura.

Nell' era di internet chiunque potrebbe ascoltare queste note, bene aggredirlo senza fargli sentire la violenza dell' aggressione.

In tempi come i nostri, terribili, fatali, conseguenza diretta di una disaffezione per il proprio genere d'appartenenza (il genere umano) maturata durante il periodo pandemico, l' Assurdo, l' Improbabile, sono diventati quasi come dei comodi rifugi: di fronte ad una realtà che guida tutti verso il massacro, è bene fare come Zist; raccontare il mondo da una lente distorta, adorabilmente Lo-Fi, e non arrendersi nel promuovere e propagandare l'autoproduzione come risposta al mondo del business disumano, dei social media manager opachi, dei CEO senza sentimenti.

Splendere per non arrendersi.

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