Dax Riggs "7 Songs For Spiders"
Avete presente quando un disco vi piace tantissimo e non vorreste fare altro che condividerlo con tutti ma, un po' prima di iniziare a farlo, vi rendete conto che non sapete esattamente perché vi piace?
Dax Riggs ha suonato negli Acid Bath, eroi dello Sludge e del Doom e dei quali, va detto, non so e non ho mai ascoltato niente, quindi, il va sans dire, non saprei che dirvi.
Ha anche suonato nei Deadboy and the Elephantmen dei quali dovrei sapervi dire qualcosa, poiché facevano Folk Punk, ma, agli effetti, è la prima volta che li sento nominare e quindi mi taccio in merito per evitare figure di merda.
Le uniche due cose che mi paiono ovvie, alla luce di quanto appena esposto, è come Dax sia capace di maneggiare vari linguaggi, volendo anche antitetici fra loro, per scrivere canzoni piuttosto stimolanti e suggestive e di come io, infine, sia capace di impressionarmi di qualcosa senza capirci un minimo cazzo sindacale.
Qui si viaggia piuttosto sereni e disperati tra suoni saturi e cupi per scucire canzoni intense come una ballata Folk da frontiera, un Blues bianco incupito ulteriormente da un' accordatura grave e momenti dove il Doom viene addomesticato fino a divenire un lancinante esercizio di alto cantautorato da compagnia (da compagnia, certo, ma per anime in pena)... Dax pare capace di tutto e questo tutto lo riversa in sette pezzi coesi e coerenti che lo restituiscono al mondo come autore maledetto e sfigurato nei sentimenti per il troppo amore provato.
È un disco questo di cui forse non vi dovrei parlare poiché non è Lo-Fi, non è nemmeno tanto indipendente (la Fat Possum non credo sia un' etichetta da poco negli USA) e ha anche un che di metallaro, ma la maledizione eterna che aleggia in ogni pezzo, la voce terribilmente straziante (non canta e non urla, semplicemente soffre) e il clima generale da corridoio verso la forca, mi convincono di una cosa fondamentale per poterne tessere le lodi: l' onestà della proposta, sia artistica che intellettuale.
Dax Riggs sembra essere uno dalla vita non facile, con tutti i demoni e i personaggi che indossano la faccia e sfoggiano maschere di pelle umana sul teschio, e ce la ripropone alzando il livello d'empatia oltre il limite consentito.
Io sono persuaso che questo tizio sia uno che, se non un genio, sappia sicuramente il fatto suo in fatto di scrittura, arrangiamento, canto e vita di merda.
Lo inserisco quindi tra i miei dischi del corazon di quest' anno appena iniziato, perché difficilmente saprò farne a meno.
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