Molbo "Molbo", 2025-Erste Theke
L' unica cosa che conta è esagerare, esagerare e non lasciare mai tracce sicure, indizi che possano fare intuire agli inquirenti dettagli probanti sulla tua identità. Incidere dischi come se farlo fosse già di per sé un crimine, contro chi o contro cosa non ha molta importanza, perché l' unica cosa che conta è esagerare. Appunto.
Son norvegesi i Molbo e non so cosa significhi Molbo ma so dirvi cosa significhi questo disco: Punk Rock e Chaos, più in senso emotivo che armonico e tantissima voglia di essere irrintracciabili.
L' Egg Punk, nella sua volontà di parodiare tutto il parodiabile (ma anche quello che non vorremmo mai fosse parodiato), ha perso ogni senno, per fortuna, e in questo disco viene lanciato come una secchiata di piscio in direzione di chi ascolta. Un po' ci si risente, lì per lì, ma poi ci si rilassa appena si affaccia il pensiero che, in fondo, ce lo meritiamo.
La musica deve stimolare i centri nervosi, rimuovere i limiti dell' intelletto, frutto di sovrastrutture e routine, e può farlo solo provocando, spezzando la linea melodica, confrontandosi con l' assurdo e non temendo mai il ridicolo. Mai.
Questo disco dei Molbo è uno degli antidoti all' ovvietà, al percepire, cioè, la realtà come un' entità finita e agilmente percorribile ed interpretabile. Nitriti di cavalli, rombi di motore, tuoni, fulmini, bestemmie, canti troncati da un' emotività fragile e sconfitta: qui dentro troverete tutto questo insieme ad un Punk Rock spigliato, dritto e prossimo alla disfatta.
Non ci sono più regole e, va da sé, nemmeno i limiti: i Molbo non si curano di chi ascolta, rendono tutto ridicolo per suonare più seri possibili. Nelle loro sortite più grottesche, più volutamente eccessive ed assurde, si dipingono la loro fetta di unicità nel genere, in ogni genere, in ogni anfratto, in ogni dimensione possibile.
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