Hamburger Train "L' impossibile ritorno", 2025

Ascoltalo

 Viaggio solitario ed infinito nel mio spazio interiore ed infinito; come il feto in 2001 Odissea nello spazio, osservo il pianeta terra dallo spazio siderale, avvolto nel liquido amniotico alieno. Ed è stupendo: da qui la terra è bellissima, un circo Barnum di soli stronzi e facce di cazzo.

Restare un feto alieno disperso nel tempo e nello spazio e non rientrare mai più in contatto con una realtà che, vaffanculo, chi cazzo se ne frega di averci a che fare?

Sarà pure che questo disco è una take completamente improvvisata ma gli Hamburger Train sanno come tenere le redini della questione e portarla a spasso dove e come meglio credono. Ben radicati ad una matematica Kraut e allucinati da paradisi artificiali e, stupendamente, psichedelici, anche gli Hamburger Train viaggiano da fermi, nello spazio infinito del loro universo interiore e suggestionano, impressionano, feriscono e poi curano. 

Quasi in un ciclo vitale, dove tutto inizia per non finire mai ma, per l' appunto, riniziare un' altra volta, il gruppo si esercita nella ripetizione di sé nel ritmo e per la proiezione di sé nel suono ma, come diceva Mark E. Smith dei Fall, questa non è ripetizione, è disciplina. 

Quindi procedono dritti, solidi, compatti ma dissolvendosi in viaggi sonori senza ritorno. È lo stridere delle due condizioni, una struttura inossidabile che cerca di contenere improvvise fughe nebbiose verso l' ignoto, che crea intorno a queste tre lunghe suite un fascino ipnotico e fantascientifico: porsi sempre di fronte a ciò che non si capisce per progredire come esseri umani. La musica per gli Hamburger Train è un mezzo per perseguire fini più alti anche se, per l' appunto, quasi imperscrutabili: viaggiare senza freni per smarrire in sé l' idea di freno inibitore e rendersi conto che, con quest' idea, non ci si può più scontrare contro degli ostacoli; la musica va interpretata come una dimensione altra che non conosce limiti fisici né costrizioni. La musica è l' unica forma rimasta di libertà personale praticata senza arrecare danno, senza che sia qualcun altro a portarne il peso e a pagarne le conseguenze. 

Una prova ulteriore che l' improvvisazione è una forma di autodisciplina e una palestra di libertà positiva perché, prima di tutto libera dalle due più asfissianti manette mai esistite: il tempo e lo spazio.

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