Erik Nervous "Automatic Montage-Vol.1", 2025

Dopo la pubblicazione di Immaturity Erik non si scorda delle sue origini: un ragazzino chiuso in una stanza che si fa il suo Punk Rock domestico come meglio crede e meglio riesce. La pandemia lo ha rinforzato, da essere un fenomeno circoscritto ad un ambiente di nicchia, finisce per fare un disco su Feel It, cosa che, per fortuna, non ne fa una nuova Rock Star ma, potenzialmente, ne amplia il circuito e lo espone anche ad orecchie non avvezze ad ascolti Punk Rock. 
Ogni processo ha una maturazione per forza di cose e, per tentare nuove vie e sonorità, Erik si affida al mezzo migliore che conosce: tornare il ragazzino chiuso in una stanza che a questo giro, anziché il Punk Rock meccanico fortemente ispirato ad una versione, se possibile, ancora più nevrotica dei primi Devo, ora compone colonne sonore per film Sci-Fi, Post-apocalittici e Survival come meglio crede e meglio riesce.

Il coraggio di questo disco sta tutto nella sfrontatezza, nel neonato 2025, di essere Punk anche rinnegando il Punk, pur usufruendo degli stessi mezzi che ti hanno aiutato a fare Punk e a divenirne, volente o nolente, un punto di riferimento. 
Mi riesce complicato, come sempre, dare una definizione lapidaria del termine Punk, elencarvi cosa è e cosa non lo è, ma mi piace poter essere in condizione di dirvi PERCHÉ si è Punk:
Si è Punk perché si rifiuta lo stato delle cose
Si è Punk perché si rifiuta di divenire un luogo comune
Si è Punk perché si avverte come una spinta a sovvertire e boicottare la realtà e, per fare ciò, si è disposti a sovvertire e boicottare anche se stessi.
Erik Nervous qui lo fa, si sovverte, si boicotta e, infine, si reinventa.
Bravo sul serio.

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