Can Kicker "Yew", 2025

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C'è questa tipa che, di sabato, al pub dove son solito andare a riversare le frustrazioni di una settimana spesa male, se ne sta seduta al tavolo con gli amici e con le amiche e, mentre loro chiacchierano animatamente e bivaccano come dei libertini, ella se ne sta in disparte e pare come troncata nella volontà di esistere: sguardo assente, ogni tanto un occhio buttato al cellulare per controllare se qualcuno ha visualizzato le immagini di sé mentre interpreta il ruolo  della ragazza che non è, della vita che non ha, per un pubblico virtuale che non guarda niente se non se stesso...e poi poco o niente di più: una birra bevuta di controvoglia, un fugace e rapido sguardo alla fauna che la circonda, lo spettro della noia che la avvinghia. 

Stasera ascoltavo questo disco, il secondo, dei Can Kicker e mi è venuta a mente lei, così, un flash improvviso: sono al pub, ho un walkman anni '80 in mano, mi avvicino a lei che, tanto per cambiare, se ne sta in disparte pur essendo in compagnia; nell' aria risuona una musica di merda, priva di gusto, forma e storia, mi avvicino a lei e, come ne Il tempo delle mele, le aggiusto le cuffie del mio walkman agli orecchi: parte Yew dei Can Kicker, un suono strascicato, travagliato e trascinante le se insinua dai timpani fino a colpirle il cuore, all' improvviso la sua disaffezione al tutto diventa un carico impossibile di empatia e sensibilità. Si volta, mi guarda

"La rappresentazione del dolore, della solitudine, è l' unico mezzo per non soffrire, per non sentirsi soli" è la frase che mi sento di dirle.

Complici gli ascolti reiterati ed un sentire terribilmente umano, i Can Kicker ti portano a spasso per una vita grigia, in totale assenza di prospettive, progetti, visioni, e, così facendo, creano nuovo prospettive, progetti e visioni. Fare del proprio scoramento un' arte è l' unico modo conosciuto dall' essere umano per esorcizzare la vita di tutti i giorni dai modelli imposti dall' alto che la viziano, la corrompono e la offendono. Fare Arte per essere Arte, nulla di più.

Si riferimenti qui ce ne sono molti, dai Joy Division fino ai Wipers, dagli Hüsker Dü passando per God Bullies e Tar, ma di risultati ne conto solo uno: si chiama Yew ed è attribuibile esclusivamente ai Can Kicker; l' accento tipicamente gallese aggiunge peculiarità all' intero insieme che sembra parlare, sia sonoramente che concettualmente, di una realtà disperata perché routinaria, priva di prospettive, direzioni e motivazioni. 

Pur attingendo da mondi distanti, i Can Kicker prendono, strappano, ricuciono, creano un vocabolario Rock/Gallese Gallese/Rock per parlarci delle loro vite, delle loro certezze, delle loro paure. Dello starsene seduti al pub a fissare il vuoto e ad immaginarsi il nulla, senza avere la botta di culo di un qualcuno che, guardandoti, ti piazza due cuffie agli orecchi e ti fa sentire un disco come il loro.

Loro quel disco lo hanno fatto per non essere come quella ragazza del pub.

Spero che un giorno, quella ragazza, riesca a fare un qualcosa di comparabile a Yew e lo spero per il suo bene.

"La rappresentazione del dolore, della solitudine, è l' unico mezzo per non soffrire, per non sentirsi soli" 


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