Benzin "Treibjagd", 2024
Non so in verità come sia potuto succedere.
Credo di aver ascoltato la demo di questo gruppo berlinese qualche tempo fa, ma non l' ho presa mai seriamente in considerazione. Quando è uscito il disco, pochi giorni prima del più recente Bandcamp Friday, sono andato ad ascoltarlo come se, per me, il loro nome e la loro musica fossero delle complete novità e mi sono accorto invece che la loro demo era già nella mia lista dei desideri: la copertina ce l' avevo presente, carina nel suo minimalismo un po' naif e un po' no, ma non mi ricordavo di averli ascoltati. "Saranno uno di quei gruppi Hardcore Punk a tutta dritta, tante urla e, in fin dei conti, poche cose da dire" mi son detto tronfio come un pavone; schiaccio play e, dopo pochi secondi, mi rendo conto di quanto, forse troppo spesso, io sia capace di stronzate epiche e disattenzioni fatali: i Benzin sono una bomba.
Una chitarra che mi ricorda non poco l' East Bay Ray dei bei tempi andati, quelli coi Dead Kennedys VERI, su di una ritmica Post Punk che procede prima a singhiozzi, poi a singulti, poi a sussulti, poi tira dritto, poi si arrende, si accascia, sputa sangue e infine mi manda affanculo per quanto sono stato effettivamente stronzo a non aver notato quanto fossero squisiti sin dalla demo.
Alla fine dell' ascolto compro subito il disco direttamente dal loro Bandcamp, non importa il costo: gli errori si pagano prima o poi. Non pago gli prendo anche la demo (solo in file MP3, le cassette sono esaurite già da tempo...mica tutti possono essere fessi come me, la giusta solitudine dei tronfi).
Lo riascolto il giorno dopo e anche oggi e, son convinto, pure domani e dopodomani, lo riascolterò fino a quando non avrò il vinile e, quindi, ascolterò solo quello fino a che non mi verrà a noia e cioè mai.
Quando una sorpresa non sarebbe dovuto essere per te una sorpresa, ti accorgi di schianto di quanto l' unica sorpresa è solo la tua stronzaggine.
Vabbè, pazienza.
Faccio quindi ammenda e vi consiglio caldamente di perdervi in questo disco che è un calderone di idee ed intuizioni felicissime; un Chaos che da sonoro si fa stilistico e, nel Chaos, non manca di trovare un ordine a e per se stesso. Riesce, dunque, ad attingere dal passato per creare proiezioni futuribili e, comunque sia, attuabili e per niente stonate col presente.
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