Avverto la necessità di dire la mia
Avverto la necessità, certo, di dire la mia riguardo il caso Tony Effe e il concerto romano di capodanno e ci mancherebbe pure altro.
Quindi
anzi tutto
Confesso di avere poca familiarità con il fenomeno Tony Effe, anzi: confesso di averlo scoperto solo adesso.
Confesso anche di avere poca familiarità con il concetto di Capodanno in generale e, acuendo l' affondo, confesso di avere punta familiarità col concerto di Capodanno che in genere non guardo perché di solito propone robe con cui non ho familiarità e, se non c' è familiarità, segno che un motivo ci dev'essere per forza...
IL MOTIVO
Il motivo dell' esclusione (forse si? Forse no? Forse boh? Forse vaffanculo) di Tony Effe dal concerto di Capodanno sarebbe da ricondursi al fatto che, in molti dei suoi testi, parli di droga e usi spesso la parola TROIA e non riferendosi alla femmina del suino, meglio conosciuta come scrofa, ma proprio alle donne. Molto giusto parrebbe quindi lasciarlo a casa a frignare sul diritto di libera espressione (quando in realtà grugnisce frasi ad effetto e basta), se non per il fatto che si condanna uno che dice droga e dice troia dallo scranno di chi, tipo lo stato, la pubblicità, la televisione, i social network, di fatto e in sé e per sé, è una droga vera e propria e presenta e tratta le donne come delle troie senza però mai chiamarle tali; è lì che secondo me sta tutto il trucco: io non ti ci chiamo però ti ci tratto e condanno chi invece ti ci chiama così almeno io mi pulisco la coscienza nel mentre continuo a fare il cazzo che mi pare.
Queste diatribe mi ricordano molto gli anni '80, quando gruppi di cotonati truccati come Cindy Lauper grugnivano frasi ad effetto e venivano chiamati a processo dal PMRC di un' altrettanto cotonata e truccata Tipper Gore per rispondere delle frasi esplicite contenute nei loro testi. A parte qualche nome veramente importante, tipo Frank Zappa e i Dead Kennedys (infatti con entrambi il PMRC fece sonore figure di cacca), il PMRC si scontrò quasi sempre con figure imbarazzanti quanto la stessa Tipper Gore, ottenendo infine di apporre il famoso adesivo "Parental Control-Explicit Lyrics" sui CD dove qualcuno, troppo infoiato, avesse gridato alla sua Ex che era una troia.
Con questo non intendo minimizzare su una questione piuttosto delicata come il linguaggio e l' uso inopportuno che se ne può fare, ma sottolineare caso mai come, in questi casi, ci si trovi di fronte ad uno scontro titanico fra due istituti che, lanciandosi strali l' uno l' altro, traggono linfa e motivo di esistere nonché giustificazione nel presente. L'industria dell' intrattenimento post muro di Berlino contro la fabbrica politica di un moralismo fluido ed inconsistente. Entrambe non producono più niente di valido e strutturato da un ventennio appaiato (ma anche di più) perché, se da una parte manca la volontà di produrre documenti che siano qualcosa di più di un semplice sottofondo, dall' altra quello che deficita è una vera e propria struttura ideologica che riesca ad evitare, come in questo caso specifico, la violenza di genere sia fisica che verbale con percorsi che partano dalla radice culturale del problema e non limitandosi semplicemente a denunciarne le conseguenze e a punirle a mezzo di esclusioni e censure (si veda la ritrosia generale nel mondo politico nostrano nell' introdurre l' educazione sessuale e sentimentale sin dai primi anni delle scuole dell' obbligo).
Il fatto è che nel caso di Tony Effe siamo di fronte all' ennesimo confronto/scontro fra due colossi dai piedi di argilla: si osservano, si riconoscono l' uno nell' altro, non si piacciono e si sputano addosso a vicenda.
La cosa che dispiace, in tutto questo, è vedere come la politica si sia ridotta a pochi campi di azione e di interesse, limitandosi a fare polemica su di un grugnitore di stronzate per adolescenti in fase puberale.
LA CONCLUSIONE
Tony Effe, così come il contesto ricreativo/commerciale che lo ha generato, è un fenomeno con il quale si può non avere familiarità e vivere felici (forse si vivrà con felicità proprio perché non si ha familiarità con Tony Effe e con il creatore di contenuti digitali che lo ha disegnato) ma con il mondo istituzionale no, non possiamo non convincerci. Mi si permetta, quindi, di farmi propositivo, portatore di speranze e possibili percorsi da intraprendere.
Così come si è stati in grado, negli anni, di creare e poi mantenere una rete sotterranea capace di rappresentare non un nemico ma un luogo altro rispetto a quello della musica generalista, non si potrebbe un giorno, chissà, in maniera paritaria ed intersezionale dare vita ad un modo di fare politica che sia altro ed oltre rispetto a quello istituzionale?
Potremmo cercare di risolvere finalmente i problemi a monte e fare comunità, mentre Tony Effe e Gualtieri saranno sempre impegnati a disquisire mollemente di stronzate un tanto al kilo.
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