Gonk "Gonk LP", 2024
I Gonk fan roba buona, sempre detto io che era gente che ci sa fare. Finalmente arrivano all' LP d'esordio dopo una marea di cassette e split e concerti nei sottoscala. Non deludono più che altro perché il minutaggio più generoso (anziché i soliti tre pezzi in cinque minuti, sono dieci in appena venti; praticamente un disco Prog...) non ne sminuisce per niente l' inventiva ed il gusto per un Lo-Fi che, in prima istanza, è un mezzo ed uno strumento concreto per la loro creatività:
-acuisce il lato spiccatamente artigianale dei loro pezzi
-dona il giusto livello di intimità che il loro Punk Rock richiede come necessaria cornice
-abbatte la parete ideale tra loro e chi ascolta: pare quasi che ti stiano suonando davanti mentre sei seduto in camera da letto
È uno spirito e non una posa, quindi, quella che domina a mani basse e proprio da questo i Gonk si lasciano condurre. Maturati nell' Egg Punk, fieri rappresentanti dell' Egg Punk e innovatori dell' Egg Punk, impedendo però che questo diventi un cliché ed un esercizio di stile ripetuto senza consapevolezza o reale intenzione: Indie Rock da cameretta come i Beat Happening, disgregazione della consuetudine armonica come negli Half Japanese più maturi, tiro, voce e piglio come i Coneheads di LP1.
Oramai l' Egg Punk è più un metodo di approccio che un genere musicale vero e proprio e non può essere più snobbato o relegato a semplice sottogenere ma, anzi, preso in seria considerazione perché, come questo disco ci dimostra, la meccanizzazione sia delle armonie che delle ritmiche e l' utilizzo di effetti alla voce per rendere questa un vero e proprio strumento integrante e complementare all' intero insieme, come anche la riscoperta e la rimessa in gioco di vecchie chicche sepolte del Post Punk anni '80 americano, son tutte cose che stanno arrivando un po' ovunque e che stanno travalicando i sottogeneri.
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