Trees of Syntax "Anointed Protocol", 2024-Hvergemir Records


Dalla solitudine di una camera escono cose meravigliose. Chiusi tra quattro pareti e, soprattutto, in se stessi, si possono esprimere pensieri di una purezza e di una sincerità disarmanti. L' auto isolamento porta ad un naturale distacco dal resto del mondo e può portare a tracciare mappe sonore strettamente personali: paesaggi di arpeggi mai visti, armonie che trasudano storie esclusivamente personali condite di considerazioni individuali. Le fantasticherie, così come le meste riflessioni, prendono forma o, meglio detto, passano dallo stato immaginario a quello sonoro senza perdere un etto di immediatezza, spontaneità e capacità di introspezione. Se poi si prova, oltretutto riuscendoci, ad incrociare queste intuizioni con quelle di un altro spontaneo isolamento, il risultato diventa ancora più brillante da un punto di vista emotivo. A questo punto poi, se se ne ha una ferma convinzione, si decide di estenderlo, in fase creativa, ad altre solitudini di modo che queste, in piccola o grande parte, vi aggiungano qualcosa di loro ed esclusivamente loro; ecco che abbiamo uno scrigno dove, chiunque si approcci all' ascolto e sia estraneo al processo finora decantato, ognuno potrà riconoscersi e compiacersi al contempo. Inutile negarlo: siamo tutti soli a questo mondo, ognuno con le sue peculiarità e i suoi difetti, e dischi come questo dei Trees of Syntax ci aiutano a sentirci meno soli semplicemente evidenziando e donando una cifra positiva alla solitudine intellettuale, descrivendola come il principio necessario di ogni lascito artistico. Poi i percorsi si possono mischiare fra loro, aggiungere o togliere dettagli  ognuno all' altro, ma questo non importa: l' inizio è nell' idea del singolo che diventa reale ed effettiva solo nel confronto con gli altri. Questa cosa si può dare per scontata ma è un principio fondamentale per il genere umano; dimentichiamoci questo, o peggio releghiamolo alla sfera delle banalità, e finiremo col dimenticarci anche del perché siamo e stiamo al mondo.
Ma qual è il suono di Anointed Protocol? Come già sopra descritto, non è altro che l' amalgama sapiente di pensieri, sensazioni e paure rimaste a mezz'aria all' interno di una stanza e che vengono fatte filtrare da degli strumenti e usufruendo, immediatamente , dell' apporto e del portato di pensieri, sensazioni e paure provenienti da altre stanze, distanti milioni di kilometri le une dalle altre. Pensieri, sensazioni e paure si mescolano, si disarticolano a vicenda, trovano una giustificazione gli uni nelle altre e viceversa; chi ascolterà avrà come l' impressione di trovarsi in una stanza affollata di pensieri, sensazioni e paure che diventano suoni che diventano persone che diventano amici e amiche di chi ascolta: perché provano le stesse cose, perché parlano la stessa lingua, perché coltivano gli stessi interessi. La cosa fantastica è che, in tutto questo, non c' è stato il bisogno di dire una parola.

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