Anomalys "Down The Hole", 2024-Slovenly
Il Punk Blues o il Blues Punk si fa presto a dire "è tipo il Punk però, che so, più triste che pare suonato in un campo di cotone prima della guerra di secessione" e, facendo presto, si dice un' orripilante cazzata: dai tempi dei Gun Club per me è un dato di fatto che il Blues Punk, o Punk Blues, difficilmente è mai riuscito a dare un' idea chiara di se stesso e, in questo, sta tutto il segreto dell' essere arrivato ai giorni nostri senza mai divenire una moda, una tendenza, un vestito da indossare solo per una stagione della propria vita. Il Blues Punk, o Punk Blues, è una ferita che uno ha dalla nascita, tipo una condanna, e se la porta appresso fino a che non muore; perché di Blues Punk, o Punk Blues, non si campa ma si crepa e, nel mezzo, si vive tanto male.
I Gun Club non somigliano ai Gories che non somigliano agli Oblivians che non somigliano ai '68 Comeback che non somigliano ai Bassholes che, infine, non somigliano a questi Anomalys che fanno Blues Punk, o Punk Blues, come i gruppi citati ma che in realtà, da bravi europei continentali, sono Sturm und Drang e girasoli di Van Gogh, minatori italiani morti a Marcinelle, Thomas Bernhard e Al di là del bene e del male: Romanticismo e Blues, Weltanschauung e Punk.
Energia e disperazione, capacità d' attacco e nessuna difesa personale: qui si eredita il patto col demonio dei martiri del Delta e lo si esibisce come una catena al collo mentre si urla, ci si ferisce semplicemente ripronendo un canone. Nel mezzo stanno la solitudine, l' incomunicabilità, la totale incapacità a sentirsi felici e realizzati.
Il Blues è un canto del passato che è fatto di un' energia umana incontenibile
Il Punk è un canto del futuro che è figlio del Blues
Il Blues Punk, o Punk Blues, degli Anomalys mette insieme due mondi, ancora una volta, non suona né vecchio né nuovo, semplicemente suona e risuona tra le pareti, avvolge, fa ridere e fa piangere ma, soprattutto, fa vivere.
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