Waylon Thornton "Return to Cro-Magnon Strawberry", 2024

 https://ghosthousecandymountain.bandcamp.com/album/return-to-cro-magnon-strawberry

Waylon è la soluzione, anzi:Waylon ha la soluzione! L' umiltà di prendere uno strumento e l' umiltà di intercettare in questo l' unico canale espressivo possibile per una persona ancora capace di commettere un crimine sempre meno comune: sentire. Sentire in senso empatico, fare per condividere, suonare per comunicare, cantare di se stessi per non morire. 

La cosa più bella ancora è che si racconta per passioni e non per aneddoti, una carta d'identità più che affidabile: il racconto personale si compromette attraverso la lente sfocata della memoria, rischia delle omissioni o di esagerare gli eventi; la passione è tutt' altro, è inequivocabile, ha quegli argomenti ben precisi e non si sposta.

Il ritratto finale che ne otteniamo è quello di una persona interessante e genuinamente ispirata, nessuna voglia di esagerarsi e di mostrarsi per quel che non si è, con ascolti divisi fra il Garage Punk, Rockabilly e il Roots Rock, una vena ermetica che scarnifica i tre generi fino a renderli quasi Post Punk; visioni e letture che vanno dall' horror alla fantascienza, con molta ironia e la capacità di inventare nuove atmosfere sulla base di queste.

A condire il tutto una vena ermetica e per niente votata alla spettacolarizzazione del pezzo in sé e per sé: i brani si susseguono, ognuno con una personalità sua propria e con dei piccoli accorgimenti in fase di arrangiamento per sottolinearne l' unicità senza compromettere mai la compattezza dell' insieme; la registrazione casereccia, la scarsità numerica degli attori in scena (una chitarra, una voce, una batteria ridotta all' osso) contribuiscono a generare come un senso di immediatezza e spontaneità. Sembra tutto composto in un batter di ciglia e registrato un attimo dopo: così sicuramente non è, ma la grandezza del risultato sta anche nel fartelo credere...

Fa tutto da solo e non sbaglia mai: nella sua straordinaria capacità di sintesi riesce a buttare fuori brani brevi ed efficaci; non suona mai scontato, mai banale, non si distende mai su una formula consolidata. Nella miscela tradizionale trova sempre il materiale sonoro per suonare fresco ed entusiasmante.

La sua voce, così acuta e così al di là del tempo e delle mode, è riconoscibile fra mille, un elemento fondante per rilevarne l'unicità.

Waylon ha davvero la soluzione: nell' umiltà e nell'immediatezza sta il metro e la misura della sua arte.

Parlo di questo disco perché di Waylon si parla troppo poco, quando invece appartiene a quella branca di geniacci dediti al totale fai da te: da Todd Rundgren e Stevie R. Moore, passando per Jay Reatard e Alicja Trout, arrivando a Drew Owen e a tutti quelli che, come Waylon, negli ultimi anni hanno intravisto nella solitudine di restrizioni, lockdown, non un limite ma una possibilità.


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