Tab_Ularasa & The Sgrollers "E poi sarai cenere", Bubca Records-2024

 https://bubcarecords.bandcamp.com/album/tab-ularasa-the-sgrollers-e-poi-sarai-cenere

"Un attimo congelato, quando ognuno vede cosa c'è realmente sulla punta della forchetta" questa definizione, data da William S. Burroughs per definire il suo Pasto Nudo, funge perfettamente per descrivere questa estemporanea presa di Tab and The Sgrollers: un cruscotto piagato da polvere e ricordi di tempi migliori dentro una 127 abbandonata oramai da eoni nella periferia industriale di un qualsiasi posto votato più alla produttività che all' umanità. 

Polvere (anche se i tre, nelle note, sottolineano che il disco è un concept sulla cenere...ma la cenere è lo stato da cui passiamo prima di tornare polvere e diventare qualcos'altro)

Polvere che parla di antenati sepolti

Polvere che parla di rimpianti e rimorsi

Polvere che son parole taciute e che son rimaste in punta di lingua e lì son tutt'ora a gravare su ogni possibile discorso a venire.

La polvere ci rincorre, ci perseguita, è il nostra passato che non se ne va per ricordarci che polvere è ciò che torneremo ad essere. 

Un dialogo infinito con ciò che è stato e dal quale non possiamo esimerci; proviamo a rimuovere la polvere da scaffali, mobili, soprammobili, cornici, ma questa ritornerà comunque: una presenza fissa più di quanto sia la nostra.

Suoni secchi, minimali, voce annoiata, pezzi ripresi dal repertorio solista (solista ma di pubblico dominio) di Tab_Ularasa e raggruppati secondo un criterio fondato sull'effimero, sul fatalismo, sull'eterno ritorno. Un andamento ed un' ispirazione che vanno in direzione Raincoats, Beat Happening, Screaming Mee-Mees, Urinals: un elettrico ai limiti dell' acustico, un ritmo ai limiti dell' infarto; raggiungere la cenere/la polvere nel suo stato sonoro.

"Non c' è domani" viene ripetuto all' infinito

"perché c'è soltanto polvere" viene da aggiungere

È dunque questo un concept album? No, questo è un non concept, un non e basta; la negazione di un mondo che richiede concretezza e merito ma sa solo lasciarti con un pugno di polvere in mano.

Si cerca di addolcire l' amara presa di coscienza con battute di uno spirito naif, una vena surreale, ma l' asprezza resa dal minimalismo strumentale restituisce visioni di un mondo ridotto a macerie e, chiaramente, polvere. 

In tutto questo, tuttavia, se si accetta la filosofia di fondo espressa dall' insieme, non ci si può che rilassare durante l' ascolto e distrarsi dall' intera matassa intricata di un mondo ridicolo che si sforza di essere serio cercando di complicare la sua struttura riempiendola di inutili cavilli e regole severe (leggasi burocrazia): tutto appare per quello che è, uno schermo che proietta colori fluo alternandoli con scene di guerra e tentativi di omicidio posto davanti a tonnellate di polvere; non c'è disperazione di fronte al nulla, non ci sono preoccupazioni o responsabilità da assumersi, solo la volontà ferma di ballare sulle macerie.

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